La suite che promette di rivoluzionare il mastering moderno ma solleva interrogativi sul valore reale nell’era dei plugin a basso costo è OAK di Acustica Audio. L’offerta lancio a 89 euro, valida fino al 24 settembre 2025, mira a conquistare produttori e dj con quattro strumenti in uno: OAK One per la stereofonia, OAK OTT per la dinamica multibanda, una versione a latenza ultra-bassa dedicata al live e il processore completo che unisce tutto in un’unica interfaccia. Le funzionalità tecniche sono indubbiamente all’avanguardia: il controllo indipendente della stereofonia per banda, i gruppi di controllo collegabili, i crossover con fase regolabile e un visualizzatore di spettro integrato parlano di un prodotto pensato per un workflow professionale.
Tuttavia, in un mercato saturo di strumenti per la produzione, sorge spontaneo chiedersi se OAK sia veramente un salto evolutivo o semplicemente un’abile operazione di bundling di effetti già esistenti, riverniciati sotto un unico brand. L’enfasi sul suono “pronto per lo streaming” e sulla velocità operativa cerca di rispondere alle esigenze contemporanee, ma il rischio è che si tratti di una soluzione più marketing che sostanza, specialmente per chi già possiede plugin dedicati per la stereofonia e la dinamica. La promessa è di una chiarezza sonora pura e di una progettazione del suono di nuova generazione senza complessità, ma toccherà agli utenti finali, in studio e nei club, decidere se OAK sia destinato a diventare un classico o solo un altro nome nel mare dei plugin.

