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Le cause legali principali Nel giugno 2024, la Recording Industry Association of America (RIAA) ha citato in giudizio Suno e Udio per violazione massiva del copyright. Le major (Universal, Sony, Warner) accusano queste startup di aver addestrato i loro modelli AI su opere protette senza licenza, producendo output simili a brani famosi come “Johnny B. Goode” e “All I Want for Christmas Is You”. I risarcimenti richiesti arrivano fino a 150.000 dollari per brano.
Chi è responsabile legalmente La responsabilità ricade sull’utente che pubblica o monetizza il brano AI, non sul modello stesso. I Termini di Servizio di Suno e Udio declinano esplicitamente ogni responsabilità. Secondo l’U.S. Copyright Office (gennaio 2025), opere generate interamente da AI non possono essere protette da copyright; solo le parti con contributo umano creativo significativo ottengono tutela.
Uso tollerabile dell’AI L’AI può essere usata come strumento ausiliario se l’autore apporta modifiche sostanziali: riscrittura, rielaborazione, nuova esecuzione. Il rischio diminuisce utilizzando modelli addestrati su dataset autorizzati e dichiarando la natura AI-generated dell’opera.
Prospettive future Le major stanno negoziando accordi di licenza con le piattaforme AI, includendo sistemi di fingerprinting per tracciare l’uso dei brani. L’AI Act europeo, attivo da agosto 2025, obbliga la pubblicazione dei dataset di training e introduce il diritto di opt-out per gli autori.
Situazione italiana La Cassazione (ordinanza 1107/2023) richiede un contributo creativo umano significativo per la tutela d’autore. È in discussione una legge nazionale che integra l’AI Act con sanzioni per uso illecito.
L’AI amplifica rischi già esistenti nella musica. Senza regole chiare, il futuro del settore rischia di essere deciso nei tribunali piuttosto che negli studi di registrazione. La strategia più sicura è rielaborare manualmente ogni parte AI-generated, introducendo scelte creative personali inequivocabili.
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